venerdì 20 marzo 2015

NEL BIANCO ...(della Grande Corsa Bianca)


         



-Hai sentito anche tu Robi?
-Si…la terra ha tremato..
-E’ stata una valanga.?.
-Forse stanno solo facendo saltare qualche seracco..per sicurezza..
-No per me no. !Cazzo!!! Un'altra scossa….
La neve cadeva imperterrita da ben 24 ore, esattamente da quando eravamo partiti da Vezza sull'Olio....
I sentieri del Parco Nazionale dello Stelvio e dell’Adamello erano diventati impercorribili anche con le ciaspole,la neve era profonda ,fredda e tanta, terribilmente tanta!
Addosso una sensazione di gelo e bagnato costante, fatica, fatica a percorrere un km, fatica per arrivare in orario sui cancelli orari,fatica al pensiero di arrivare alla fine di un viaggio che già di suo era nato difficilissimo., fatica a ragionare, fatica a mangiare…fatica .a riposare…nelle baite.
155km a piedi trainando una slitta con il necessario per la completa autosufficienza..
Eravamo arrivati a Case di Viso a mezzogiorno stremati, tutti quanti guardandoci e interrogandoci se ripartire in mezzo quella bufera.
Il momento della sospensione dell' "edizione 0"
Eravamo ancora lontani dal check point successivo di Cortebona …. Lungo una strada che non finiva mai…e si impennava da paura.. non saremo mai arrivati nel tempo massimo….
Dopo qualche minuto suona il telefono..
-Si? Avverto tutti grazie! Gianluca è stata sospesa la gara!!! Chiama tutti e raduniamoci!

Io in cuor mio non potevo essere più felice, cosi non era piu un divertimento …
L edizione 0 della corsa bianca riservata a 37 atleti ad invito si era conclusa così…la sicurezza in montagna conta più di qualsiasi impresa.
Ricordo bene…nel Luglio del 2012 quando in una bellissima giornata di sole io Amedeo e Giorgio dovevamo salire all Auguille du Midi per poi scalare il monte Bianco dal versante francese a mezzanotte del giorno seguente. Se non fosse stata per l esperienza di Giorgio io sarei salito , c era un sole bellissimo e nemmeno una nuvola.
Aveva nevicato nei giorni precedenti e il vento soffiava forte ancora.
Due giorni dopo aver rinunciato sul col du Maudit dal quale saremo dovuti passare anche noi,10 persone vennero travolte da una valanga che li uccise tutti.
Un seracco si era formato dalla quantità di neve scesa nei giorni precedenti e non si era ghiacciata e consolidata con l altra neve su cui si era posata…il vento poi aveva completato l opera e l aveva spinta giu..… Dopo due settimane riprovai positivamente salendo in vetta sul monte piu alto d’Europa e nonostante le condizioni fossero perfette non ervamo tranquilli comunque ed avere la certezza assoluta che la natura non si rivoltasse.
L’edizione 0 della Grande Corsa Bianca si era conclusa con una mega festa a base di alcool e con molti dubbi, scetticismo e chiacchere da bar nei forum;una gara del genere sarebbe potuta essere riproposta?sarebbe stata fattibile in territorio non artico su un percorso cosi montuoso?in quel tempo limite si sarebbe potuta concludere solo con gli sci?e le slitte non sarebbero state solo un intralcio?
L’avventura della Grande Corsa Bianca riprendeva l’idea della mitica “Iditaroid” di cui l’organizzatore Marco Berni era stato finisher.
L’Iditaroid è un percorso in Alaska che unisce la città di Anchorage e quella di Name, che riprende un avvenimento del 1925. Durante un epidemia di difterite e condizioni meteo avverse, non si riusciva a far raggiungere l’antitossina rapidamente a causa di aerei e treni bloccati,non rimaneva che usare la slitta.
La gara più conosciuta è l’ “Iditaroid trail sled dog race”, celebre corsa con i cani da slitta di 1868km.
L’altra gara da cui riprende l’idea la corsa italiana è l ‘ ”Iditaroid trail invitational” con temperature vicine ai -40gradi di 1770km.
I vincitori non ricevono premi in denaro ma l’iscrizione alla gara per l’anno successivo.
Proprio come la corsa americana, il percorso di 155km e 700mt di dislivello sia positivo che negativo si può effettuare con sci,con fat-bike o a piedi trainando una piccola slitta.
Aspettando si cuocesse il riso da portare via il giorno seguente, mi collego su facebook.
Con la casa sottosopra,zaini già pronti,Artva e lampade cariche, piadine imbottite,carico di carboidrati al limite di scoppiare, slitta in macchina e giorni di ferie approvati,non mancava da fare più niente.
“Visto il notevole aumento dell’intensità delle nevicate previste, il C.O. della Grande Corsa Bianca ha deciso di posticipare la partenza della manifestazione di una settimana a giovedì 12 Febbraio 2015” Big Snow!!
Panico… -Le ferie, me le sposteranno?? Noooo ho un corso di lavoro!!!-
La slitta rossa fiammante firmata dalle persone a cui voglio bene posizionata sulla linea di partenza sulla neve di una Ponte di Legno soleggiata e calda. Nella testa una canzone sentita la sera precedente per la prima volta de' " il Volo" che forse avrebbe vinto Sanremo.
Le 16 di giovedì 12 febbraio erano arrivate .
Dubbi, domande,ansie:sul meteo, sulla quantità e consistenza della neve; se avessi sbagliato a portare le ciaspole;se avessi fatto meglio a viaggiare senza slitta.In alcuni punti sembra che la neve scarseggiasse e che in altri punti ce ne fosse moltissima. La mia schiena non avrebbe potuto reggere lo zaino di 12kg sulle spalle per 50 ore, magari con la neve profonda, per cui slitta e ciaspole mi sembravano la scelta giusta.
Ma i dubbi in un avventura così lunga posso diventare infiniti, perche bisogna pensare a tutti gli imprevisti.
Nello zaino, trasportato nella slitta, oltre al sacco a pelo con temperatura limite -30 messo sottovuoto per occupare meno spazio, cerotti,fazzoletti, coltellino,due lampade con pile di ricambio,una maglia termica, un fuseaux  e un pantalone imbottito, guanti ,scaldacollo , cuffia di ricambio,tre calzini, guscio in GTX e giacca leggera in prima loft che sarebbe diventata la mia “ coperta di Linus” per tutto il viaggio.
Per l’autosufficienza alimentare pane, salame, speck, pancetta,taralli,cioccolata e torrone, frutta secca.Pronto per un pic-nic ferragostiano sembrerebbe!
Col freddo il corpo richiede più calorie per mantenersi a temperatura,e anche se non è eccessivamente freddo, come per esempio nelle notti dell’UTMB, la mancanza di sonno e stanchezza possono far percepire gradi in meno.
Mancano pochi minuti al via.Un po’ di gente si affolla incuriosita.
Tante facce conosciute. Nicola e Federica a piedi,Ausilia e Sebastiano finisher dell’Iditaroid con le fat-bike,Roberto altro ad aver concluso “la corta” dell Iditaroid con la slitta,Marta con gli sci, gli highlander Silvio e e Antonio a piedi con lo zaino,lo spagnolo Pablo a piedi,Marco col quale avevo condiviso parte del viaggio interrotto l’anno precedente a piedi con la slitta. In tutto 39.
Il via toglie quella tensione . Ormai ci sei. Ormai devi correre. Quello che è fatto è fatto, il tempo dirà se le tue scelte erano giuste o sbagliate.
La partenza è stata veloce, fa incredibilmente caldo , c’è un sole meraviglioso che fra poco sparirà; si sale e si suda; in 8km si va dai 1200mt di ponte di legno ai 1800 del passo del Tonale percorrendo le piste dove incrociamo gli sguardi di sciatori curiosi .In un ora e mezza raggiungo il passo senza accorgermene.
Poi la neve improvvisamente diventa più profonda, sembra di rivivere l’incubo dell’anno precedente.
Da lontano Marco Poletti mi chiama: - Gianluca hai perso una ciaspola dalla slitta!-
Allo scollina mento me le infilo,ma affondo lo stesso, sono scomode,il laccio continua a sciogliersi, quella di destra mi graffia la nocchia del piede.
Riprendo, poi mi fermo.Sta tramontando , fa fresco , mi infilo la giacca.
Il tempo passa, la concentrazione pure. Troppe soste;troppe cose non filano regolari. Devo ritrovare serenità.
La ciaspola continua a sbattere contro la sbarra che tiene separate le aste di trascinamento della slitta.
-Gianluca devi fare qualcosa sennò si rompe!- dice Francesco mentre mi supera.
Ormai dietro di me sono rimasti in pochissimi. La discesa per arrivare a Vermiglio è un calvario e siamo appena partiti!Fatica,equilibi spezzati,pensieri su come possa intervenire per non rompere la slitta. Rimando i pensieri al check point che è a pochi chilometri. Invece l asta di mezzo si spacca sotto il colpo fatale della ciaspola nonostante facessi attenzione, e in pochi minuti anche l asta sinistra di trascinamento si piega.
-E' finita! devo abbandonare la slitta!-
Arrivare a Vermiglio è faticoso anche se mancano solo 4km.La slitta va dove le pare e in discesa batte con violenza addosso facendomi male.
-Piano B,si ma è troppo presto per il piano B, mancano 135km, qui si mette male-
Sono ultimo dei 39 quando alle 21 arrivo al Centro Fondo di Vermiglio al km 20.
Dentro il locale siamo in diversi atleti ancora che mangiano. C'è Ausilia , c'è Marco Poletti con la moglie Raffaella.
-E' finita come faccio con la slitta rotta adesso?
- Se vuoi ti tiene qualcosa mia moglie e prosegui con lo zaino- mi dice Marco
-Siiii!!! - rispondo io , è il piano B ( come l avevamo chiamato io e il mio grande amico Andrea qualche sera prima)
Mi sbrigo a mangiare qualcosa.
Anche se non sono convinto che possa servire a rimettermi in condizioni di finire il viaggio. Dovro' rinunciare a qualche materiale,non mi sono allenato per fare 50 ore con lo zaino sulle spalle; lo zaino era previsto nei momenti pericolosi durante i quali andare con la slitta vuota poteva aiutare che nei tratti esposti non ti portasse giu col suo peso; lo zaino aveva spallacci troppo sottili non adatti a tantissime ore sulle spalle , la schiena non ce la fara mai.
Vermiglio-l'abbandono della slitta

Ma per sapere come una cosa puo andare a finire qualcosa bisogna provarci e mentre si prova bisogna crederci, allontanare i pensieri negativi.Altrimenti è un fallimento prima di cominciare
Lascio a Raffaella camelbag, guanti di scorta un po di cibo e le ciaspole!! Attaccate allo zaino non ci stanno, o lascio a terra 600gr di taralli e il torrone o le ciaspole.
Firmo l uscita dal check point che sono il penultimo dei 39 partenti. C 'è da risalire il Tonale con un assetto diverso e ho paura perche dopo qualche minuto gia mi fa male la schiena
Prendo il mio passo e piano piano inizio a superare atleti; qualcuno con la slitta impreca perche c'è da fare mezzo chilometro sull asfalto, ma io..... io non ho piu la slitta e con lo zaino proseguo;un ragazzo con la fat-bike è fermo a metà ascesa:si ritirerà poco tempo dopo.Poco prima del Tonale vedo Michele da spettatore che al Ravasio aveva volato con cui scambio chiacchere e mi dice che sto andando a busso!
Entro nella malga sopra il Tonale prima dell una di notte; siamo ancora tutti li, Antonio, Silvio ,Marco;mangio e chiamo Simona per darle la buonanotte.
Esco poco dopo insieme a Marco..Ho 5 ore di vantaggio sui cancelli.La schiena fa male ma il morale comincia a salire. Ma sono passate solo 9 ore, solo 32km! Poco dopo inizio a correre, si davvero. Ho infilato il giubbotto in primaloft che con Simona e i suoi bimbi avevamo comprato a Valmontone la settimana prima e corro con 12kg . Sto benissimo.
Lo zaino fa male e a tratti con le mani devo alzarmelo dalle spalle per scaricare il peso. Non ci voglio pensare. Lo scorso anno questo tratto che porta a case di Viso l abbiamo percorso di giorno ed eravamo distrutti.Con Ausilia e Sebastiano c eravamo addirittura persi quella mattina . Ora tutto è diverso,me lo godo, mangio ogni ora e bevo a sorsi anche se non ho sete, alterno qualche taralo alla cioccolata e alle piadine.La notte è meravigliosa,...stelle luna....silenzio.
Arriviamo nel tratto pericoloso nel quale l anno precedente ero rimasto in stallo con la slitta che mi buttava nel traverso e io stavo abbracciato ad un albero. Se mi fossi staccato la slitta mi sarei salvato ma la slitta sarebbe precipitata giu.Se non mi fossi staccato dalla slitta sarei andato giu con lei....Dopo tutta quella neve e quel freddo non avevo piu le forze per prenderla di peso ma l atleta tedesco che mi seguiva di forza ne aveva ancora e mi tolse da un gran impiccio..; quest anno si va via lisci come l olio;penso che lo zaino non sia tutto uno svantaggio a parte le spalle spaccate. Ecco davanti a un focherello l organizatore Marco Berni a salutare il passaggio degli atleti nel cuore della notte, e io ... -piacere... mi chiamo Gianluca, si è perso??
Quando arrivo a Case di viso non mi sembra vero...adoro quel piccolo borgo isolato in mezzo la neve.
Dentro l abitazione siamo in tanti. Scherzo , ho voglia di sorridere, sono in vantaggio di 8 ore sul cancello e quando esco da Case di Viso sono nei primi dieci quando poche ore prima a Vermiglio chiudevo il gruppo.La posizione non è importante per ambizione ma per tranquillità, sapendo che ci sono ancora 30 atleti dietro e posso prendermela con comodo,,,e non aver paura di non finire in tempo massimo
Bevo ,mangio , scherzo ; Ho voglia di ridere ma ancora di piu di uscire in mezzo a quel ben di Dio che la natura questa notte sa offrirci. Esco con Antonio e Silvio ma li distanzio, a me piace stare solo e godermi la solitudine e il silenzio di quelle atmosfere artiche. Guardo la luna, penso che sono felice, che sto facendo quello che mi fa felice, mi sono liberato di tutti i pensieri dei problemi extra corsa e sono felice. Guardo le luci di Ponte di Legno in basso..wow. Arrivo nel punto in cui l anno precedente aveva tremato la terra e penso a Robi che quest anno non c’è; le salite che mi sembravano terribilmente pendenti un anno prima in mezzo la bufera ora non sembravano altrettanto. Finalmente avrei visto Cortebona per la prima volta.
All alba siamo al quarto check point
Il gestore è fantasticamente buffo. Ha l aria di quegli artisti stravaganti., nei suoi pensieri,e non è come gli altri gestori che ci riempie il bicchiere di thè o ci invita 20 volte a firmare il passaggio.
Ci raduniamo vicino il camino acceso; inizia a fare freddo , sono le 8 di mattina e dopo una notte in giro il corpo inizia a essere stanco .Cambio i calzini e divoro quello che c e sul tavolo. Una colazione da 1000calorie.
Ripartiamo .Ormai siamo sempre le stesse facce, due sciatori, i due biker, Silvio Antonio io ,e Matteo e Ruggiero ,simpatici ragazzi dalla faccia positiva e sorridente appena conosciuti. Degli altri nessuna traccia.
 Lastroni di ghiaccio, freddo che man mano lasciano il posto a un caldissimo sole senza che io abbia la protezione. Dopo un ora un altro check point a Chistol .
Continuo il mio cammino in solitaria tenendo pero a vista Silvio e Antonio dietro e Ruggiero e Matteo un po piu dietro ancora; preferisco stare solo per godermi tutto come piace a me;sono egoista in questo, non voglio dividerlo con nessuno,ecco perche amo meno le gare di trail anche se ogni tanto le faccio con piacere. I sentieri per me devono essere liberi, miei, senza confusione,senza qualcuno che mi vuole sorpassare o che con i suoi passi disturbi il silenzio della natura attorno. Tengo a vista i 4 compagni per essere sicuro di non sbagliare strada .
A Malga Val Grande è posto il quinto check point e la metà del percorso.km 76


Dopo 22ore in Val Grande

Da lontano la vedo ma non ci arrivo mai. La val Grande è unica ,innevata e spaziosa....un paradiso .
Bisogna arrivare fino alla Malga in fondo alla valle per poi tornare indietro e risalire fino al bivio di Vezza.
Arrivo alle 13 per l ora di pranzo.Sono appena ripartiti i due biker e Marco Galletto.
-Che progressione Gianluca!!!- mi urla Raffaella dopo aver fatto una foto
-Tuo marito?-
-Mio marito è un po dietro ma arriva!Gli altri si sono ritirati tutti!-
Ecco perchè non si vedeva piu nessuno arrivare. Dei 39 partenti piu della metà avevano già abbandonato. Eccomi di nuovo tra gli ultimi.
Saluto anche Marco Berni e riparto alle 14 dopo aver mangiato .Dopo 22 ore di viaggio la stanchezza comincia a farsi sentire.
Troppe fermate. Quando succede cosi vuol dire che la lucidità inizia a calare.Che l insofferenza porta ad avere prima troppo caldo, poi freddo, poi a non sentire  le scarpe allacciate bene, la ghetta sistemata male, tutto è una scusa per fermarsi,tutto è una scusa per rompere la concetrazione che è già rotta da un eccesso di stanchezza.
Dopo 6 km di ghiaccio e fango di ridiscesa dalla valle con scivoloni e imprecazioni mi ritrovo verso la salita che porta ai Pianacci. Orami Silvio,Matteo, Ruggero e Antonio li ho persi e non ho riferimenti, vado sempre piu piano, ho 8 ore di vantaggio sul tempo massimo che si sarebbero assotigliato se avessi contunuato ad andare cosi piano.Risalgo di 800 D+  in 2 ore arrivando ai 2100mt di quota che sulla cartina indica i Pianacci ma la tenda Ferrino dell organizzazione non si vede...mi sorpassano anche i 2 sciatori e di dietro c è il vuoto,ho solo Roberto e Marco a molte ore ma io non sapendo se si fossero fermati penso di essere ultimo.
Mentre penso che non esista la tenda dei Pianacci , vedo Valerio Mondini sugli sci spuntare da una curva in senso contrario il quale è a pochi chilometri dalla fine della sua impresa.Avrebbe finito poco dopo il tramonto; io al tramonto dell indomani forse.
Eccola la tenda!!! dai ci siamo!! e dopo è tutta discesa!!!-
la tenda "vuota" dei Pianacci

Non l avessi mai detto
Stanco dalla salita, con un un vento contro bastardo, si affonda, non ho le ciasploe, sono stremato e alla tenda mancano pochi metri.Ma non arrivo mai. Cerco la neve più ghiacciata ma si affonda. Faccio un passo e affondo,ne faccio un altro sperando sia quello per tirare fiato e si affonda ancora di più. Mi incazzo. Non c è piu nessuno avanti a me,sono solo, gli altri che si sono messi a volare? che palle far piu fatica degli altri. Ora che inizio a essere stanco sento che il mio egoistico viaggio solitario mi piacerebbe trasformarlo in condivisione di fatica e degli imprevisti con gli altri. Ma solo io sto imprecando cosi?? Arrivo alla tenda. - C'è nessuno??-
Chiamo ancora un altra volta. Non vorrei saltare un controllo senza firmare il passaggio. Apro la tenda ma nulla, non c'è nessuno. Ma che scherzo è questo!!!!
Mi sento nuovamente solo. Riprendo il cammino sprofondando. C'è una casa a 200mt. C'è un uomo che mi saluta. Lo risaluto , ma non risesco a raggiungerlo. Affondo e faccio una fatica disumana. - ma sono solo io che sono cosi impedito???-
Nella baita ci sono Matteo ,Ruggiero, Antonio e Silvio!! Non ci credo sono ancora li. Allora non sono in bambola solo io!!
Le facce di Silvio e Antonio moi stupiscono. Atleti con al "buccia " grossa, gente che si fa UTMB e TOR a distanza di 7 giorni, Lavaredo-Dolomiti SkyRun e Ravasio in 3 settimane. Antonio con gli occhi di fuori segnato dalla fatica: - Io mi fermo-
-Anche io -gli rispondo
Sorrido. Cazzate.Cazzate che si dicono in un secondo e il secondo dopo hai gia lo zaino sulle spalle pronto ad uscire. Solidarietà. Vedere che anche loro sono stravolti mi dà fiducia. Siamo tutti sulla stessa barca. Fuori tira un ventaccio. Penso quando dovremo passare qui fra poche ore nel cuore della notte. Non ci voglio pensare. Biosgnerà riaffondare in quella neve con vento e un freddo bastardo?
-40km e sarete di nuovo qui- Dice uno dei gestori della baita
40km???? una vita penso io. Sono le 18.
Con grande solidarietà capiamo che dobbiamo stare vicini e tutti e cinque scendiamo in direzione Monno.Incrociamo Nicola Bassi che mi riconosce nonostante il buio e l imbacuccamento. -In bocca al lupo- mi dice. Chiamo Simona felicissima.L ho sentita molte ore prima di mattina. Sono a Monno e anche se sto faticando, anche se tutto ora è piu difficile e meno scorrevole, il traguardo si avvicina e sono sempre piu determinato.
Il cibo nello zaino è ancora abbastanza. Nelle baite c'è sempre stato qualcosa da mangiare di straforo e a parte qualche piadina, una confezione di taralli e cioccolata, non ho mangaito altro di roba mia.
Da Monno bisogna risalire per 7 km fino alla Malga Mola. Respiro male in salita, devo rallentare del mio passo.
Da qualche chilometro sento un male atroce ai piedi. Vesciche aperte. Aspetterò all arrivo alla malga Mola fra qualche ora.
-Si certo!!!Stesso ragionamento fatto per la slitta. Col cavolo che aspetto!- parlo da solo,è da qualche ora che comincio a parlare con gli alberi e con l amico immaginario
Se il problema non lo risolvi al momento, se non sei lucido e rimandi la risoluzione puoi imbatterti in qualcosa di irreparabile in avventure cosi lunghe.
Tolgo le scarpe immediatamente al buio col sedere sulla neve. Quattro veschiche una peggio dell altra e una bolla gonfia da bucare. Cerco cerco nello zaino tirando fuori tutto stando attento a non perdere nulla nella neve . Trovo i cerotti compeed.Provo ad ascugare il piede bagnato . Il piede è congelato,bagnato grinzoso, nonostante le ghette le scarpe in gtx e due calze cambiate .I cerotti non si attaccano. Per farli rimanere sulle ferite avvolgo la benda che neanche si strappa se non coi denti. Viene uno schifo di fasciatura. Forse era meglio aspettare il check point. Ora non ho piu cerotti.e quelli che ho usato fra poco si staccheranno
Cammino sconsolato con la schiena a pezzi, assonnato,i piedi che pizzicano dalle ferite che spero non si ampliino ulteriormente, facendo fatica ad appoggiarli ad ogni passo.
Entrando verso le 22:30 a Malga Mola siamo al km 107.
-C’è un dottore che mi può guardare i piedi? altrimenti non so se posso continuare-
I piedi non li appoggio più bene, pizzicano e sono gonfi.
-Si forse dovrebe arrivare a mezzanotte qualcuno con la valigetta del pronto soccorso- mi risponde il ragazzo della malga
Mi scoccia un po aspettare tanto ma la prendo con filosofia.
Mi cambio completamente e asciugo i piedi e le scarpe davanti a un irradiatore di calore potentissimo
Mi rilasso su una brandina . Non riesco a dormire, troppa l adrenalina, la tensione, il desiderio di riprendere la strada , il tempo limite si avvicina e mancano solo 36 km .
Sembra strano , 22 ore le ore alla chiusura del tempo limite della corsa e soli 36 km e non essere sicuro di farcela.
In corse del genere imprevisti, crisi possono portare via ore preziose. Ricordo al mio terzo arrivo all’UTMB di 168km, 30ore per fare i primi 160km e 6ore per fare gli ultimi 8km di discesa.Non riuscivo piu ad alimentarmi,stomaco sottosopra,e anche le due lampade ko!
Figuriamoci in una corsa come questa col freddo, lo zaino,l autosufficienza, tutto può ancora succedere. Anche di non riuscire a fare 36km in 22 ore.
Il dottore dopo un ora e mezza non era ancora arrivato.Indosso le ultime paia di calze asciutte e anche le scarpe si sono asciugate.
Ruggiero mi presta tre cerotti che si attaccano perfettamente. Posso ripartire. I piedi fanno paura: sono bianchi, spugnosi, gonfi. Non sembrano neanche piu due piedi
Mi sono infilato anche i pantaloni imbottiti di Simona. Tutto quello che avevo nello zaino lo indosso.
Tredici km per arrivare ai laghi del Mortirolo.
Dopo pochi metri sudo, respiro affannato, non riesco a tenere il passo di Matteo e Ruggiero, ne dei due sciatori. Rimago solo.Guardo l ora: 01:40.Da quel momento ricorderò solo quel numero.
mancano 36km da fare in 19 ore. Il tempo passa.
Mi sfilo i pantaloni a salopette imbottiti ma per farlo devo togliere tutto, ghette, scarpe giacca e maglia .
Mi ricordo che non ho mangaito nulla nella baita e sono 6 ore che non tocco cibo. Non ho riempito la borraccia . Il pensiero dei piedi mi ha fatto scordare il resto. Ho caldo, sto bollendo sul viso e sulle labbra, ho preso troppo sole il giorno precedente senza protezione solare.
Inizia a nevicare. Qualche atleta sarà già arrivato al palazzetto e se la eviterà.
Ho sete, le labbra scottano ma non ho piu acqua;provo con la neve ma non disseta.
Cerco un ruscello, una fontana, ma sono tutte ghiaccaite. Inizia a fare freddo.
Ne vedo una nella quale mi sembra scorrere acqua. Per arrivarci entro nella neve fino al busto, ma non importa sto morendo di sete!
-Noooo è ghiacciata pure questa!Mi sono bagnato per niente!!-
Continua a nevicare,sono da solo, i piedi continuano a dolermi, cosi come la schiena . La strada non sale piu di tanto ma è un falsopiano senza luci di nessun paese , senza stelle e luna; Nevica sempre piu forte e l unica luce è quella della mia torcia.
Penso che non posso farcela nel tempo massimo. Forse non posso proprio farcela.Non ricordo che ore sono,non so quanti km possano mancare,se devo salire o scendere. Sono in crisi. E’ la seconda notte che non dormo e ho sonno. Mi si chiudono gli occhi. Vorrei fermarmi d qualche parte per cinque minuti e dormire, ma è troppo freddo. Il sacco a pelo se lo tiro fuori dal sottovuoto è un casino rimetterlo nello zaino, soprattutto con la lucidità che mi è rimasta per lo piu sotto una bufera di neve.
Vedo muoversi qualcosa. Forse sto per raggiungere Matteo e Ruggiero. Nooooo è una bandierina di segnalazione.!!
Ecco!! Forse c è una casa, forse posso chiedere acqua! Forse posso solo chiedere un pavimento al caldo per dormire 5 minuti! Niente casa era un cartello della strada completamente innevata, che d' estate ne porta le auto al Mortirolo.
Dopo pochi minuti vedo una chiesetta, un paesino, invece è solo un guardarail con un cartello
Inizio a comprendere che sono in preda alle allucinazioni, un po mi fa ridere e un po mi preoccupa, dove puo arrivare il fisico?Come si puo venire fuori da una situazione cosi difficile?
Dietro un albero vedo degli scarponi da sci e gambe da donna. La saluto.
Starà facendo un bisogno fisiologico?
Indelicatamente continuo a illuminare l’albero che è solo a pochi metri. Continuo a vedere le gambe!
Riguardo per la terza volta pensando che siano solo le solite allucinazioni e le vedo ancora
Quando pensi di fregarle tu e di saperle riconoscere, le allucinazioni continuano a prendermi in giro.
Potrei stramazzare al suolo e non mi verrebbe a cercare nessuno. Passano 4 ore dove lotto per tenere gli occhi aperti. Poi…
Da lontano luci. Sono vere luci. una discesa. Sembrano in movimento, sembrano altri corridori.
Sono le 5 di mattina e sono ai Laghi del Mortirolo.
Entro infreddolito dentro il rifugio. C'è Mario Sterli uno dei tre organizzatori.Ci guardiamo e lui mi sorride con il solito atteggiamento tranquillo . -Si Mario ce la sto facendo.E' Dura ma sono arrivato fin qui.- gli dico parlando solo con gli occhi
- 28km!- da un tavolino in fondo al rifugio Ruggiero e Matteo mi dicono sorridendo.
-Giurami solo 28 km!!!???-
Mezz ora prima pensavo di non arrivare piu in tempo massimo, di non arrivare proprio e senza accorgermene s 28km con solo una salita ancora???
Apro la mia pancetta dallo zaino. Parlo, rido,anche se dentro ho freddo, ho sonno, chiedo un caffè .
Il momento piu brutto della corsa è passato, ora nascerà un nuovo sole, una nuova alba e sarà quella del mio arrivo a Ponte di Legno!!! Fuori non smette di nevicare.
-Ragazzi ho passato un brutto momento in questo tratto, avevo tanto sonno!-dico io
-Stiamo insieme- dice Matteo
Il loro passo in salita non lo riuscivo a tenere.

Ma gli angeli a volte si mostrano sottoforma di persone. Ruggiero si ferma a fare foto mentre io e Matteo saliamo. Il ritmo è da passeggiata;l ultima salita ai Pianacci scorre alla grande. Poco prima pensavo di crollare invece tutto è cambiato; tutto puo cambiare se continui a crederci,anche quando sembra impossibile, anche quando fa male, anche quando fa piangere, anche quando la neve bagna il viso, anche quando scotta troppo o bruciano le ferite, anche quando pensi di crollare a terra, se lo vuoi una soluzione la trovi sempre,e non parlo solo di una gara.
Sono nel posto piu bello del mondo, sto facendo quello che mi piace piu fare, non importa un brevetto,una medaglia, un riconoscimento, una coccarda,un diploma da sfoggiare agli amici al bar. o su un facebook.
La neve è la giusta atmosfera conclusiva di una Corsa chiamata Grande Corsa Bianca.
Quando a Novembre 2013 lessi dell edizione 0 di questa gara ricominciai a voler tornare a correre.
Sono sempre stato un introverso e un solitario;Amo piu l inverno che l estate;amo paesaggi selvaggi e deserti, che parlano con la loro immensità piuttosto che i colori fantastici delle Dolomiti che sbiadiscono accanto a costruzioni,funivie e turismo. .Ho sempre amato i ghiacci, sognando la Lapponia e l Antartide, le atmofere che sanno di aurore boreale ,le navi rompighiaccio,la pesca col buco nella terra, il pattinaggio,il silenzio libero e infinito degli spazi innevati.
Con l UTMB 2013 finito con calma senza mesi di alenamento, pensavo di aver chiuso per sempre con le manifestazioni di ultratrail. Ritiri, qualche ambulanza, un problema di disidratazione del quale non si capiva da cosa dipendesse e mi aveva portato ad andare anche vicino a ipotermie pericolose-
Quindi mi ero comprato un GPS e avevo iniziato a organizzare trail autogestiti sul nostro appennino.
Intanto avevo conosciuto Checco e il suo gruppo di trail running Mud&Snow col quale avevo mi ero incominciato ad allenare con loro; sentivo parlare di gare ma nella mia testa c era la paura di stare male nuovamente;di mettermi in pericolo, di non divertirmi più.
E nel frattempo era finita un amore dopo anni che mi aveva accompagnato in questo sport.
I miei amici mi dicevano: - iscriviti lo stesso alle gare poi vai le cammini –
Che senso avrebbe avuto mettersi un pettorale per passeggiare,cosa dovevo dimostrare e soprattutto a chi?
I sentieri invece non avrebbero avuto bisogno di date, chiusura iscrizioni sorteggi, balise,i sentieri sono la libertà assoluta di decidere dove andare e quando andare.
Quando Marco Berni rese pubblica l idea di di una corsa sulla neve in autosufficienza con una slitta nel Novembre 2013 qualcosa si scaravoltò nella testa. Un edizione 0 a invito. Comprai la slitta il 24 Novembre tornando da Firenze.Il giorno che si concludeva un pezzo della mia vita.E che ne ricominciava un altra tornando da una clinica di Empoli.
Sarei andato pianissimo se avessero accettato il curriculum, per evitare disidratazioni anche a temperature basse(le piu pericolose);ma già avevo ritrovato energia,stimolo, carica, vita, rinascita in quel progetto "NEL BIANCO". Ce l avrei fatta.
La sospensione della gara dopo che la terra aveva tremato non aveva frenato il mio nuovo entusiasmo. Che grazie a un gruppo stupendo, quasi una seconda famiglia, il team Mud& Snow, ho ritrovato il sorriso di correre nei boschi, a qualsiasi temperatura su qualsiasi fondo senza nessuna scusa.
Questo viaggio parte dall estate 2013. Dal ritiro dell Eiger trail dopo 3 km,dall’ambulanza nella notte del Malandrino,da quei giorni dell Alpe di Siusi in una tenda da solo,da un UTMB fortemente voluto nonostante non riuscissi piu ad allenarmi e crederci e che qualche dottore previsto essere l ultimo “pettorale”della mia vita.

-Ce l ho fatta!- Dico abbracciando Paolo Gregorini e Marco Berni
 -Non ci credo !- dico a mia mamma al telefono
Leggo su facebook un sacco di sms di incoraggiamento e di congratulazioni; il tifo  per tutto il tempo di Simona e degli amici.
Gli ultimi km sulle piste da fondo tra Vezza e Ponte sono un ammasso di lacrime , nonostante la testa sia un po saltata perche quando pensi di essere già arrivato, quando molli la tensione e ti senti già al traguardo il tempo non passa più.

E questo arrivo dopo 46 ore 25 minuti , tra pensieri di questo genere, lacrime,emozioni,incredulità di qualcuno,e forse un po anche la mia, ha un sapore diversoa dal solito.
 Dopo aver tagliato il traguardo non riesco piu a pronunciare parole;bagnato di neve e sudore mi nascondo sugli spalti del Palazzetto di Ponte di Legno, da solo,frastornato,a fissare incredulo il nulla.
Come se il nulla fossero ancora ghiaccio e spazi di neve.




Ultima salita ai Pianacci dai laghi del Mortirolo

Ultimi km nei pressi di Ponte di Legno

Discesa dai Pianacci
Altimetria della GcB

Premiazione dei finisher